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Una nuova specie di farfalla appena scoperta è stata dedicata a Giulio Regeni

Il dettaglio dell'ala di una farfalla

Un team del Crea ha intitolato al ricercatore friulano sequestrato, torturato e ucciso in Egitto una farfalla endemica dei boschi della Calabria.

Un team di ricercatori del Crea, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, ha dedicato a Giulio Regeni una nuova specie di farfalla. La scoperta è avvenuta in Calabria, in due aree montuose della provincia di Cosenza: la Catena Costiera e il massiccio della Sila. È qui che vive la Diplodoma giulioregenii, una specie appartenente alla famiglia degli Psychidae.

Giulio Regeni ha una farfalla col suo nome

Sara La Cava, Giuseppe Rijllo, Giada Zucco e Stefano Scalercio sono i quattro ricercatori del Crea che si occupano di biodiversità dei lepidotteri in ambiente forestale. Il loro studio, realizzato all’interno del progetto National Biodiversity Future Centre del Pnrr, è stato pubblicato sulla rivista Zootaxa. Ora la farfalla, simbolo di trasformazione e rinascita, porta il nome del giovane dottorando friulano ucciso in Egitto nel 2016 in circostanze mai del tutto chiarite.

La pubblicazione arriva a pochi giorni dalle prime udienze del processo per il sequestro, le torture e l’omicidio di Regeni nell’aula bunker di Rebibbia. Gli imputati sono tutti agenti dei servizi segreti egiziano: il generale Tariq Sabir e gli ufficiali Athar Kamal, Uhsam Helmi e Magdi Ibrahim Abdel Sharif. Le indagini vanno avanti da anni, ma la procedura era rimasta bloccate a lungo a causa dell’ostruzionismo da parte delle autorità egiziane.

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La biologia della Diplodoma giulioregenii è ancora sconosciuta. Stando alle prime ipotesi, la larva si nutre di muschi, licheni e foglie appassite. Dall’incrocio tra dati molecolari e morfologici è emerso che si tratta di un lepidottero mai trovato prima d’ora. A dare l’indicazione decisiva per la sua scoperta sono state le differenze sostanziali nelle strutture genitali e nel Dna mitocondriale con le altre specie dello stesso genere.

La farfalla vive in ambienti forestali particolari come boschi di castagno e foreste miste di faggio e pino nero calabrese. Si tratta di habitat peculiari dell’Appennino meridionale: le specifiche condizioni ecologiche e i particolari microclimi della zona, uniti alla loro complessa storia geologica, potrebbero ospitare altre specie non ancora scoperte. Durante le glaciazioni un contesto simile ha rappresentato un rifugio sicuro per molte specie e ha permesso loro di evolversi in isolamento.

Scoperta la farfalla Giulio Regeni

La ricerca conferma l’Italia meridionale come punto caldo di biodiversità. L’analisi del Dna della farfalla rivela come sia geneticamente diversa dalle altre specie del genere Diplodoma conosciute in Europa. Le foreste nella Costiera e sulla Sila ospitano comunità biologiche uniche, con specie endemiche isolate geograficamente e geneticamente dal resto d’Europa.

La scoperta di Diplodoma giulioregenii in un’area ecologicamente ricca e diversificata come il Sud Italia – spiegano La Cava e Scalercio – evidenzia da un lato la presenza di un’immensa varietà di specie animali e vegetali, che testimonia un patrimonio biologico ancora inesplorato, dall’altra, invece, la necessità di proseguire gli studi e il monitoraggio degli habitat forestali proprio per salvaguardarli”.

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ultimo aggiornamento: 24 Febbraio 2025 16:36

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